giovedì 28 febbraio 2008

28 febbraio 2008 - l'incontro di Palazzo marigliano


è possibile inviare integrazioni o precisazioni agli interventi qui sintetizzati - max 10 righi in corpo 12 - entro un tempo ragionevole per una tempestiva pubblicazione.











Si è svolto il primo incontro di Viveredacittadini nel quale Adriana Tocco e Vittorio Vasquez hanno meglio precisato i termini della nostra proposta, focalizzando l'attenzione sulla necesità di recuperare il collegamento tra società e politica e lo spesssore etico del servizio alla polis. Vogliamo la chiusura definitiva della stagione delle collusioni con le mafie, con il clientelismo, con la gestione della cosa pubblica ad uso privato, della chiusura definitiva delle carriere fatte nel segno dell'ubbidienza al capo e della gestione autoreferenziale del potere. In particolare, Vasquez ha riaffermato che l'appello è rivolto a tutto l'arco dei partiti del centro - sinistra con una rivendicazione minima di carattere "etico" per la composizione delle liste, ma con l'intento di aprire un dibattito più ampio sul rapporto tra cittadini e forze politiche che li rappresentano.L'accusa di antipolitica rivolta a chi critica la "casta" è una forma di terrorismo verbale per coprire una verità opposta: l'antipolitica nasce a Destra con la costituzione del partito/azienda di Berlusconi che mira ad allontanare lo Stato dagli affari e dagli interessi privati e a Sinistra arriva fino al bassolinismo che costruisce un sistema oligarchico che distrugge la vita democratica nella nostra Regione.E' il modo "italiano" di vivere il fenomeno della globalizzazione e della "governance" con la creazione di reti di potere che sfuggono ad ogni controllo pubblico, privatizzando gli Stati.La nostra associazione deve lavorare con tutte le altre diffuse forme di autorganizzazione presenti sul territorio per progettare una comune iniziativa tendente a rinnovare dalle radici la Politica sul nostro territorio. Il Direttore del Corriere del Mezzogiorno, De Marco (al centro della foto) ha propostoi termini della crisi identitaria del ceto politico della sinistra napoletana rinviando a puntuali analisi degli accadimenti degli ultimi decenni. Ha puntato, quindi, su una prospettiva di recupero di soggettività della cosiddetta "società civile" napoletana troppo assente anche di fronte alla degenerazione del sistema. Salvatore Pace (assente nelle foto perché impegnato a scattarle!) ha richiamato la necessità di riaprire spazi di visibilità a tutte le forze della sinistra, schiacciate dalla prevalenza mediatica del PD e - soprattutto - di mettere una volta e per tutte al centro della riflessione e delle proposte della sinistra le questioni di camorra, rapporti camorra-politica, lavoro. Ha inoltre rivendicato il valore di resistenza civile che i lavoratori delle istituzioni hanno svolto in questi anni di sistematico attacco della politica alle istituzioni.

Si sono poi sviluppati gli interventi:


Silvana Pagliuca (ricercatrice CNR e Comitato civico per la salvaguardia del quartiere Secondigliano ) ha proposto l'esempio dell'impegno associativo di Secondigliano per replicare alle "accuse" di assenza della società civile, parlando invece di una sua "invisibilità" rispetto al potere politico che ignora costantemente il confronto ed il rispetto dei cittadini. Ha proposto quindi due iniziative già sostenute e condivise: 1) azione legale penale presso la Corte dei Conti ed il Parlamento europeo contro le amministrazioni locali (comunale, provinciale e regionale) e governative (Commissari vari) per mobbing verso i cittadini e 2) la richiesta al Presidente della Repubblica per l' istituzione di un "giorno della memoria" nazionale in ricordo del disastro ambientale e sanitario causato in Campania negli ultimi decenni (Environmental disaster memory day).

Antonia Morfino (docente): la società civile ha continuato a lavorare, quella che è venuta meno è stata la possibilità di comunicare con la politica. Bisogna uscire con più forza allo scoperto anche e soprattutto per coinvolgere i giovani e dare loro una speranza di cittadinanza sana e di partecipazione politica.




Franco Ortolani, docente di Geologia, ha proposto la riflessione su alcuni dei meccanismi che hanno permesso in questi anni l'esplosione della questione rifiuti evidenziando il grave deficit di democrazia e le dinamiche interne per cui il "commissariato" ha potuto dispiegare la sua forza di struttura intimamente corrotta e volta alla proliferazione delle clientele.



Sergio D'Angelo (presidente GESCO) ha affermato che questa iniziativa è tardiva: ormai i giochi sono fatti ed è impossibile incidere sulle dinamiche interne dei partiti. Ha poi centrato l'attenzione sull'assenza della società civile dalla vita di Napoli stigmatizzandone la passività anche di fronte al montare del malgoverno: la società civile si è lasciata sedurre e coptare dalla politica rinunciado a svolgere il suo ruolo storico di coscienza critica e di vigilanza sulle scelte di governo. Se vogliamo rendere un servizio al centro-sinistra, partiamo da questa autocritica e poniamoci l'obiettivo di incidere sulle regionali.

Lello Porta (docente di Agraria, ex assessore Provincia e Comune): le liste non sono il problema centrale in quanto le preferenze di per sé non garantiscono democrazia (voto camorristico e voto di scambio). Il più votato del centrosinistra alle scorse elezioni ora è in galera per camorra. La crisi del bassolinismo è un problema nazionale perché gli accordi politici campani erano comunque decisi a Roma infatti Bassolino è andato in crisi quando ha abbandonato la politica progressista per legarsi alle clinetele di De Mita e Mastella e queste erano scelte della politica centrale. La crisi della politica è anche la crisi della società civile che non ha saputo darsi forme di aggregazione stabile e credibile: anche esperienze forti come "Diametro" sono finite nel lobbysmo al servizio di correnti politiche. Compito da darci è quello di elaborare forme di partecipazione democratica che aiutino la politica a farsi permeare dalla società.

Aldo Musciacco (presidente del CIDI-Napoli) ha portato l'adesione del CIDI all'appello. E' da rifiutare una lettura colpevolizzante per la società civile: non sono i cittadini ad aver fallito ma la politica che si è chiusa e a fallire sono stati i partiti che - costituzionalmente - hanno il compito di strutturare la rappresentanza della società. (Aldo, mi mandi qualcosa perché mi hanno chiamato e ho perso parte del tuo intervento? Grazie).


Maria Rosaria Devitiis - la Soprintendente Archivistica per la Campania, oltre ad aver fatto gli onori di casa all'inizio dell'incontro, ha ricordato l'attività delle Assisi di palazzo marigliano e di come anche da lì siano partite ripetute e documentate sollecitazioni alla politica. Non è prorpio il caso di piangersi addosso se la politica ha sviluppato sordità verso la società ma bisogna continuare ad essere propositivi.


Giacomo Buonomo (Centro Studi e Coordinamento della Partecipazione Democratica): d'accordo con De Rita "La società civile è morta", meglio parlare di "cittadini". Nel suo documentato intervento ha richiamato come l'Italia sia inadempiente rispetto alle convenzioni europee di Aarhus e alla Direttiva 35/2003 della UE che impongono la consultazione delle popoloziani e la partecipazione dei cittadini alle decisioni di rilevante interesse. Ha parimenti illustrato l'inadempienza della Campania ai dettami costituzionali nella formulazione dell'imminente statuto sui referendum. Tutte forme di espropriazione della società da parte della politica. Non è d'accordo a votare per i "non compromessi" perché questo già è un compromesso: bisogna non votare perché ci hanno tolto il diritto di scegliere.

Francesca Tarallo (ICLES). L'appello è fatto bene proprio perché è minimalista ed essenziale e dice le cose giuste. Se anche fosse vero che per il passato la società civile fosse stata colpevole di omissione, sarebbe oggi ancora più colpevole tacere. E come si parla alla poltica? Con il voto (se non è voto di scambio o mafioso). E allora, se è negato il voto libero e pulito, in ultima e dolorosa analisi è giusto anche astenersi.


Aldo Pappalepore (Comitato Città Collinare). Se dobbiamo fare un discorso insieme, dobbiamo metterci d'accordo sui valori (tra cui sicuramente la politica come servizio ed eticità della politica); sull'analisi (responsabilita' per l'attuale degrado e crisi in cui versa la citta' della attuale classe politica dirigente del centro-sinistra a Napoli ed in Campania unitamante ad una parte del mondo istituzionale, economico ed associativo coinvolto nel suo sistema di potere); sugli obiettivi (dare voce alla società civile e proporre alla politica un progetto per la salvezza di Napoli; sugli strumenti (superare l'individualismo e l'autoreferenzialità delle associazioni ed alimntare un serio e sereno tavolo di unione).


Nel suo saluto conclusivo, Adriana Tocco ha indicato il prossimo appuntamento, di massima, per il 17 marzo (il 13 si presentano le liste) per procedere a una valutazione complessiva delle liste. Ma sarà forse opportuno rivedersi prima. Su questo aspettiamo vostre considerazioni, anche per valutare ulteriori azioni.

(sintesi a cura di Salvatore Pace)

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